Il comune di Castelveccana, situato ad una trentina di chilometri da Varese e a dieci da Luino, presenta le condizioni ideali per una gita o un soggiorno all’aria aperta all’insegna della natura. La tranquillità del luogo, la ricchezza del paesaggio e le favorevoli caratteristiche climatiche ne fanno un’ambita meta turistica durante la stagione estiva. Le attività prevalenti, ossia la floricoltura e il turismo, contribuiscono a preservare e a tutelare l’integrità di un ambiente in cui è ancora possibile effettuare rilassanti passeggiate nell’idilliaca cornice dei monti circostanti.
Come testimoniano alcune scoperte archeologiche il territorio era abitato sin dall’età del ferro. L’insediamento si sviluppò in epoca romana e fiorì nel Medioevo, quando fu edificato un Castello (la Rocca di Caldè): assediato nel 963 da Ottone I di Sassonia, l'edificio rimase intatto ma fu distrutto dagli Svizzeri cinquecentocinquant’anni più tardi.
Il comune amministrativo di Caselveccana è stato istituito nel 1928 con la fusione amministrativa dei due comuni di Castello Valtravaglia, sul lago, e di Veccana, situato più a monte. Il paese ospita ad oggi poco più di duemila abitanti sparsi tra la riva del Lago Maggiore e l’interno, su di un territorio punteggiato da moderne villette circondate da lussureggianti giardini da cui si godono vedute mozzafiato.
Sul territorio sorgono alcuni interessanti edifici sacri risalenti ai secoli XI e XII: la parrocchiale di San Pietro, l'Eremo di Sant'Antonio, la chiesetta romanica di San Giorgio, in frazione Sarigo, e il campanile di San Martino. Successivo è invece il Santuario di Santa Veronica, che cela al suo interno pregevoli affreschi e svetta sulla Rocca offrendo ai visitatori un incantevole panorama.
Il comune di Castelveccana comprende ben undici frazioni: Bissaga, Caldè (situato sulla costa, è caratterizzato da un porticciolo assai pittoresco), Castello, Nasca, Orile, Pessina, Rasate, Ronchiano, Saltirana, San Pietro, Sarigo.
Nonostante l’abbattimento del castello avvenuto nel 1513, Caldè non perse la sua importanza grazie alla pregiata calce che forniva un’importante fonte di reddito agli abitanti. Essa veniva lavorata nelle pittoresche formaci: attualmente in disuso e visibili unicamente dal lago (sorgono infatti su di un terreno privato), sono ormai in stato di degrado.