Metti l’estate. Metti un giardino elegante e curato. Metti Villa Giulia. Metti una mostra speciale. Metti il Lago Maggiore. Si ottiene la possibilità di osservare molteplici incisioni che raccontano di celebri giardini, reali e immaginari, realizzati da diversi artisti tra il Seicento e l’Ottocento e di godere della visita all’esterno della magnifica villa.
È stata inaugurata, il 25 giugno scorso, la mostra “Immaginare il Giardino – The Garden envisioned”, curata da Michael Jakob e Federica Rabai. Opere d’arte in un’opera d’arte: tre secoli di rappresentazione giardinistica in un giardino da favola, quello di Villa Giulia, a Verbania Pallanza, sul Lago Maggiore, che fino al 2 ottobre si presta per accogliere l’esposizione.
Diverse incisioni, originali rarissimi, difficilmente accessibili anche agli specialisti, si alternano a filmati che interpretano il tema del giardino in epoca moderna: “Gli esperimenti oggi poco conosciuti, o ingiustamente dimenticati, di artisti che hanno scelto sorprendenti universi vegetali come specchio delle loro fantasie e proiezioni mentali, quali Marie Menken, Stan Brakhage o Chris Welsby – evidenzia Jakob – permettono di immedesimarsi corpo e anima nello spazio poetico e infinito del giardino“.
La mostra, allestita a cura del Museo del Paesaggio, affianca l’esposizione “Troubetzkoy 150” inaugurata, il 4 giugno, nella sede di Palazzo Viani Dugnani.
Due sono le sezioni di “Immaginare il Giardino”: nella prima si trovano 140 meravigliose incisioni, provenienti da una collezione privata, realizzate tra il Seicento e l’Ottocento, che rappresentano parchi e giardini. Nella seconda sezione della mostra è possibile vedere una serie di filmati sperimentali realizzati nel Novecento, come i video di Rose Lowder e dei già citati Welsby e Brakhage.
“Poiché ogni giardino è sottoposto alle leggi di mutabilità, ossia agli effetti del lavorio del tempo, spesso anche i giardini importanti rimangono impressi nella mente soltanto grazie a documenti iconici – è la presentazione della mostra da parte del curatore Jacob -. Senza il contributo delle arti (disegno, pittura, fotografia, film) tante opere giardinistiche sarebbero cadute nell’oblio. Per creare un giardino, occorreva, prima di tutto, immaginarlo, sognarlo, ed è in questo contesto che l’arte ha rivestito un ruolo essenziale. Un ruolo che riguardava anche il presente”.
Così la stampa, la forma artistica privilegiata per divulgare o celebrare il giardino, ha assunto una funzione centrale.
Le opere in mostra a Pallanza sono un percorso di scoperta delle diversità dei giardini rappresentati e immaginati nei secoli, spariti o cambiati nel tempo, ma impressi nei documenti che ora sono “memoria storica”.
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Lug20
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