Il Lago Maggiore non è solo festa, vacanze, eventi musicali ma è anche spiritualità. Si tratta, infatti, di un luogo che sa offrire scorci dove regnano pace e silenzio. L’Eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro, monastero sulla sponda del Lago, nel comune di Leggiuno in provincia di Varese, è uno di questi.
Dell’Arcidiocesi di Milano, l’eremo appartiene all’Ordine degli Oblati benedettini ed è dedicato a Santa Caterina d’Alessandria, vergine e martire.
Si narra che, uscito illeso da un naufragio, tale Alberto Besozzi eresse nel XII secolo una piccola cappella in onore della santa invocata. Una volta costruita, si ritirò in una vicina grotta per vivere da eremita.
Intorno al XIV secolo sorse tutto il complesso monastico che custodisce, al suo interno, la cappella eretta da Besozzi e il suo corpo. Diversi furono gli ordini che si successero alla guida del monastero. Nel 1314, dopo i Domenicani subentrarono i frati dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad Nemus. Nel 1670 arrivarono i Carmelitani di Mantova. Un secolo dopo il monastero fu soppresso. Consistenti opere di restauro e consolidamento del complesso iniziarono negli anni Settanta del Novecento, fino ad arrivare alla riapertura negli anni Ottanta.
Artisticamente e architettonicamente parlando, l’edificio presenta una struttura singolare, frutto della fusione di tre cappelle, originariamente distinte perché sorte in epoche differenti.
Entrando nell’Eremo di Santa Caterina del Sasso, si incontrano, in ordine, il Convento meridionale risalente al XIV – XVII secolo, poi il Conventino del XIII secolo, e infine la chiesa, che ingloba la cappella di Santa Caterina.
Alla chiesa si accede attraversando un portico formato da quattro archi a tutto sesto, dal sapore rinascimentale, dove si possono ammirare un ciclo di affreschi attribuiti a uno dei figli del pittore Bernardino Luini. Numerosi e diversi sono, poi, i cicli pittorici, le statue, le vetrate e altre preziosità all’esterno e all’interno della chiesa che vanno a coprire un periodo compreso dal XIV al XIX secolo. Risale al XIV secolo la torre campanaria a base rettangolare, alta quindici metri comprese cuspide e croce, che ha subito diverse modifiche nel corso del tempo, mentre il presbiterio del Seicento è di puro stile barocco, decorato con affreschi di De Advocatis. Arte e storia si integrano e si respirano in un luogo suggestivo del Lago Maggiore che si protende verso il golfo borromeo, Stresa e le isole Borromee.
Il monastero si può raggiungere in auto, arrivando alla frazione di Quicchio, dove è possibile parcheggiare, poi si prosegue a piedi lungo una scalinata di 268 gradini, via di accesso anche per chi approda con il servizio della Navigazione del Lago Maggiore, salendo, in questo caso, solo 80 gradini. Per chi non è in grado di affrontare la scalinata è possibile usufruire di un ascensore ricavato nella roccia.
I sabati e le domeniche è possibile servirsi del collegamento diretto in autobus da Laveno. Via treno, invece, tramite la linea Milano – Luino, stazione di Sangiano, oppure la Milano – Saronno – Laveno, scendendo a Laveno Mombello Nord.
Gli orari di apertura variano durante l’anno, consigliamo sempre di informarsi prima di mettersi in viaggio. La santa Messa domenicale è officiata alle 16.30. È possibile contattare il monastero telefonando all’Associazione “Oblati di San Benedetto” al numero +39 332.647172.
Quella all’eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro è una visita che non deluderà il visitatore, perché sa mettere assieme l’aspetto spirituale a quello artistico e paesaggistico.
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Nov16
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