Persone di notevoli talenti hanno vissuto nei pressi del Lago Maggiore. Bellezza, potere, virtù, straordinarie abilità erano i tratti che contraddistinguevano questi personaggi e tutti sono noti alle cronache.
Tuttavia esistono personaggi dalle storie più modeste, eppure affascinanti, di cui si sa poco. Circola solo qualche voce sul loro conto e quello che si sa è tramandato esclusivamente di bocca in bocca.
Queste voci narrano di un tempo in cui la strada tra Laveno e Luino era impraticabile, un diavolo scorrazzava sulla via e coloro i quali vi si imbattevano sparivano misteriosamente.
Era questo un grave problema che doveva essere risolto con urgenza: quella strada era importante per il commercio, le due città si sarebbero trovate presto in gravi difficoltà, bloccate ed isolate. Trovare un’alternativa, con i mezzi dell’epoca, era cosa assai difficile, e navigare tra le acque del lago spesso risultava altrettanto complicato a causa di brutti ceffi che assaltavano tutte le piccole imbarcazioni.
Giovani e anziani della città di Laveno si riunirono per discutere il da farsi. Era necessario per prima cosa capire com’era possibile che nessuno, dopo l’incontro con il diavolo, facesse ritorno. Dopo diverse consultazioni fu affidato l’ingrato compito ad un ragazzetto magrolino, di nome Matteo. All’aspetto si sarebbe detto che il giovane non era molto dotato, eppure era il ragazzino più veloce di tutti i tempi, in pochi secondi era in grado di percorrere centinaia di metri. Lui avrebbe potuto salvarsi dalle ire del diavolo.
Un sabato mattina Matteo, pervaso di coraggio e ottimismo, si avviò verso Luino. Tutto il paese si era riunito per guardarlo andar via.
Il giovane Matteo camminò per chilometri e chilometri, scalando i monti che separano le due città. A metà del percorso il diavolo comparve. Matteo era pronto.
Il demonio con un sorriso sbieco gli si avvicinò, posando le sue sporche zampacce sulle spalle esili del ragazzo. Prometteva di lasciarlo passare indenne se solo avesse risposto ad un indovinello.
Matteo aveva ricevuto il compito di non tentare la sorte, di accertarsi dei desideri del diavolo e poi andar via. Così, più veloce della luce, il ragazzo scappò via sfuggendo alle grinfie del diavolo.
Tornato in paese fu accolto da un applauso, “Matteo il miracolato” gridava la folla.
Presto si riunì un conciliabolo, tutti volevano sapere cosa fosse successo.
Alla notizia dell’indovinello, tutti ebbero la risposta pronta: era necessario mandare i vecchi saggi a risolvere la questione. Solo i saggi del paese, con la loro immensa cultura, erano in grado di poter battere il diavolo.
Molti furono gli uomini d’intelletto che si avviarono e non fecero più ritorno. Il giovane Matteo, seguendo di nascosto uno di questi, scoprì che il diavolo trasformava in pietra tutti coloro che davano la risposta sbagliata.
Tutto cambiò quando un giorno un ragazzo di nome Luigi, disperato perché il padre era rimasto vittima del tranello del diavolo, decise di andare a cercar vendetta. Tutti gli abitanti cercarono di dissuaderlo: se i più dotati avevano fallito che possibilità aveva lui? Luigi non si perse d’animo e nella notte andò a sfidare il diavolo. Con la luce della luna ad illuminare il suo cammino giunse all’appuntamento con il nemico il quale gli rivolse la fatidica domanda: “Quale animale di giorno ha quattro zampe, a mezzogiorno due e la sera tre?”
Non si sa ancora se un lampo di genio colse il giovane Luigi o se fu solo fortuna, ma il giovane diede la risposta giusta ed il diavolo, sbalordito dallo stupore, divenne egli stesso di pietra.
Il cammino tra Laveno e Luino fu di nuovo praticabile e se si cerca bene, su tra i monti si può trovare un grosso masso bitorzoluto con le fattezze del diavolo, comprese le corna, la coda e il forcone!
in Cantastorie
Feb01
0