Merita di essere riscoperto il Parco nazionale Val Grande, a pochi passi dal Lago Maggiore. L’area wilderness più grande d’Italia offre camminate che si trasformano in esperienze sensoriali e, visto il silenzio che domina, quasi spirituali.
Fuori dal Parco: l’uomo. Dentro il parco: la natura.
Questo ambiente selvaggio della Val Grande, circondato dalle montagne dell’Ossola, il bacino del Lago Maggiore e la Valle Cannobina, è abitato da boschi di faggi.
È protetto da monti e creste ripide. La cima più elevata viene raggiunta dal Monte Togan e dai suoi 2301 metri. Poco più in là si ergono le dolci sponde del Verbano.
Qualche numero per capire quanto affascinante e selvaggio è questo luogo: 15 mila ettari, di cui 973 di riserva naturale integrale.
Ma la Val Grande non è estranea all’uomo: la presenza di pastori risale già al XIII secolo e quella dei boscaioli al XV secolo.
È con la fine della seconda guerra mondiale che il bosco ritorna ad avere la meglio, fino al 1977, quando l’Associazione Italiana per la Wilderness individua la zona come una delle aree del settore più interessanti a livello internazionale. E, da lì, l’idea di istituire un parco.
Aiuta la prossimità del lago che, grazie a umidità e temperature ideali, assicura una crescita rigogliosa della vegetazione.
Faggio, si diceva. Questo albero cresce e si sviluppa soprattutto sui versanti dove batte meno il sole. Nella Val Grande sono presenti alcuni esemplari monumentali da vedere assolutamente.
Ma non solo faggi. Presenti anche larici (in misura decisamente minore), abete rosso e bianco. E poi praterie alpine e ambienti a vegetazione rupestre.
In autunno il parco sa offrire uno spettacolo indimenticabile. I colori caldi delle foglie e l’aria frizzante accompagnano i visitatori in un’esperienza assolutamente speciale, anche se diverse camminate richiedono un certo tipo di impegno. Una fatica che, però, vale la pena fare!
in Luoghi
Ott09
0