Ci sono dei giorni in cui hai voglia di lasciar da parte i pensieri. E persino i momenti di festa. Perché se è vero che la Pasqua è piacevole in compagnia, è anche vero che un bel weekend fuori porta senza caos e senza stress è più rigenerante di un giorno alla spa.
Senza dover programmare cosa fare, cosa mangiare, cosa vedere, ho deciso di farmi guidare, per una volta, solo dall’istinto. Che da Milano mi ha portata ad Arona, sulle sponde del Lago Maggiore. Un territorio che conosco, che amo, che apprezzo ogni giorno per merito soprattutto di quello che scrivo. Eppure non l’ho mai vissuto appieno come la domenica di Pasqua, entrando in quei vicoletti che si perdono, lì nella piazzetta sul lungolago. Appena arrivati nei pressi del lago sono rimasta quasi affascinata dalle nuvole che si spostavano lasciando spazio ad un piacevole cielo azzurro ben diverso da quello lasciato a Milano.
Non meno di Stresa e Verbania, infatti, Arona gode di un panorama splendido e soprattutto di un clima mite che riscalda il cuore di chi la visita. Mi son fatta conquistare dai mercatini dell’antiquariato che c’erano sul lungolago mentre il caos delle auto in cerca di parcheggio mi faceva riflettere su come, in effetti da previsione, il Lago Maggiore a Pasqua è la meta più gettonata per chi vive nella parte settentrionale della Penisola. Tranquillità, libertà, bellezza. Non c’è modo di descrivere quel panorama che ti regala piacevoli sensazioni di benessere.
Ho messo su la mia playlist preferita e mi sono seduta poco distante da una giostra nella piazzetta più caratteristica di Arona, Piazza del Popolo. Avevo, contemporaneamente, la quiete del lago e la serenità di quei cavallucci colorati cavalcati da bimbi alti poco meno di un metro. Non era Pasqua, non era domenica. Era la Primavera sul Lago Maggiore. Ho avuto tempo per pensare a me, qualche momento per riflettere sulla mia vita e, perché no, su quello che stavo osservando. Era quasi mezzogiorno quando la mia mente ha ricordato uno dei particolari che più mi affascinava di Arona: il Sancarlone. Il colosso di San Carlo, a differenza di quanto immaginavo, si trova poco più su rispetto al lungolago, in una posizione così strategica da permettere di ammirare tutto il lago, da sponda a sponda. Sono arrivata fin sulle scale che mi conducevano alla statua pensando che il Colosso era più amichevole di quanto mi aspettassi. Un’espressione buona e mite, una finitura lucidata a specchio: quella statua era quasi invitante. Due piccole scale a chiocciola conducevano sulla terrazza ai piedi del Sancarlone mentre un’altra piccola scala interna permetteva di continuare la visita all’interno della statua. Divertente “percorrere” il Colosso di San Carlo, suggestivo affacciarsi a quella piccola finestrella all’altezza delle spalle per ammirare un panorama che, non me ne vergogno affatto, mi ha commosso.
E non serve ricordare il ristorante in cui ho pranzato, le orde di turisti provenienti da ogni parte del mondo, le ville dai giardini immensi che ho incontrato lungo il percorso: era tutto solo una cornice. C’ero io e c’era il Lago Maggiore, in uno spettacolo che mi ha emozionata e che mi ha permesso di vivere, quasi inaspettatamente, una domenica come non ne vivevo da tempo.
in Luoghi
Apr10
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